| Io a questo punto faccio alcune considerazioni personali. Premetto che questa risposta è lunga, quindi se pensate di annoiarvi non leggetela!
1) La questione dadi. Almeno nei boardgame strategici e nei giochi di guerra tattici, siccome non è possibile simulare le variabili del comportamento umano, trovo che i dadi siano quantomeno necessari, almeno per alcune cose. Se da una parte è possibile simulare combattimenti senza dadi (p.es. nei giochi tipo Jean D'Arc oppure Game of Thrones), d'altra parte io penso che in giochi in cui la qualità dei "soldati" conta, il dado simula decentemente le variabili di cui ogni buon comandante dovrebbe tener conto durante una battaglia. Semmai il problema è creare regolamenti in cui il dado non sia troppo arbitro (come invece accade in Risiko). D'altro canto esistono giochi in cui la componente casuale entra in gioco pesantemente pure senza dadi. Ma arrivare a permettere ai dadi di decidere quel che deve fare un giocatore, come ne La Guerra dell'Anello... beh, è decisamente troppo.
2) Le "etichette". Io mi sono sempre posto come avversario delle etichette in ogni cosa, dalla musica ai giochi. Però effettivamente oggi si tende a usare termini sbagliati per definire le cose. Diablo è un buon esempio, come pure Warcraft e tutti i suoi cloni, che vengono definiti strategici quando di strategia non c'è neppure l'ombra. E lo stesso si verifica nei giochi da tavolo. Questo è davvero un problema grave. Se volete il gioco di strategia pura, allora giocate a scacchi - l'unico gioco in cui ripetendo le stesse mosse si ottiene sempre la stessa partita. Ma qui entriamo nel campo degli studi matematici, non del gioco.
3) Dove va il mercato? Beh, è vero che si producono ancora bei giochi, ma la mia impressione (l'ho scritto pure su BGG) è che si tenda a produrre giochi fin troppo stupidi supportati da una grande grafica, ottima produzione, componenti di qualità e buon lancio pubblicitario - esattamente come nella musica, e in buona parte anche nella stampa. Il problema è che è cambiato il "target". Oggi si tende ad assistere ad una mancanza di voglia di pensare. So che sembrerò obsoleto e presuntuoso, ma consideriamo il mondo dei videogiochi. Per esempio ormai ogni gioco di "strategia" prodotto in realtà è una specie di shoot-em-up, ogni gdr o è un MMORPG oppure è uno shoot-em-up (Diablo docet), e per trovare un gdr a turni o uno strategico a turni bisogna fare il giro del mondo nei negozi; un altro fattore è la grafica: grafica splendida = bel gioco, poco importa se poi c'è di meglio. Doom III e la serie di Dead or Alive sono buoni esempi di questo trend. Nel mondo dei giochi da tavolo, 3D e gdr il problema è lo stesso. Forse l'esempio peggiore è D&D, che da gdr si è trasformato in un gioco "sforna-powerplayer"; oppure il tanto osannato Vampiri che è diventato assolutamente intollerabile (ci sono migliaia di manuali, personaggi strapotenti e stupidaggini apocalittiche) ma ha nel contempo "plasmato" decine di giocatori in erba, che ora considerano un must interpretare un vampiro (o un demone...) o personaggi "cattivi" senza neppure sapere come si gioca unìentità malvagia. Il punto come al solito è la necessità di vendere. Il che ci porta la punto 4
4) La vendibilità di un prodotto. La GW ha riciclato Warhammer FB, ha creato una nuova linea di miniature e l'ha chiamata Signore degli Anelli. Non ha assolutamente pensato a scrivere un nuovo regolamento. Inoltre, sta creando una serie di cose che secondo me neppure erano nella mente di Tolkien, inclusi gli eserciti Hobbit. Si, mi direte che nello Hobbit è addirittura menzionata una battaglia tra hobbit e goblin nella quale fu ucciso Golfinbul e inventato il gioco del golf. Ricordo. Ma fare un'army list degli Hobbit, creare sciamani Uruk (che non esistono), o peggio un'intera gerarchia militare per gli Easterling... beh è un chiaro modo per vendere più cose. Come pure WH40K... ogni sei mesi si cambia il regolamento e ogni 2-3 anni le vecchie miniature non vanno più bene. Questo trend è stato ben accolto da alcune case di giochi, per esempio la Fantasy Flight, che ha creato i giochi da tavolo a puntate (Runebound, A Game of Thrones, Warcraft, e presto Doom) in cui le espansioni aggiungono non già regole opzionali, ma regole necessarie, scenari necessari perchè il gioco altrimenti non varierebbe (vedi Runebound), e pedine interamente opzionali che permettono solo di aumentare il numero di giocatori possibili (vedi A Game of Thrones). Questo mi puzza quanto i Dream Theater che ogni anno fanno un DVD live nuovo. A questo punto si inserisce la Whizkids che ha inventato il gioco da tavolo collezionabile. E qui finisce la storia. Almeno Pirates of the Spanish Main costa poco!
In conclusione, in questa lunghissima digressione cosa voglio dire? Boh... no, scherzavo. Il mio punto di vista è che ormai esistono (come all'epoca per i GdR) due tipi di produzioni: mass-production (Axis & Allies, La Guerra dell'Anello, Runebound), e prodotti di nicchia (World in Flames, Divine Right, Magic Realm). I primi destinati a giocatori casuali, i secondi a giocatori affezionati. Però poi ci rifletto, e mi rendo conto che la situazione non è affatto cambiata. Prima per i giocatori casuali c'erano Risiko, Monopoli, e tutti i cosidetti "giochi di società" (Hotel, Parco della Vittoria, Dallas, e chi più ne ha più ne metta), mentre noi outcast giocavamo a D&D, Blood Bowl e Freedom in the Galaxy. Ora sono cambiati solo i cataloghi, ma la realtà resta sempre quella... massificazione e nicchia. Dopotutto, l'intera evoluzione della vita si è sviluppata in questo modo.
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