Troppi dadi? Poca strategia?, Ovvero: dove va il gioco oggi?

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Normanno
view post Posted on 9/11/2004, 20:04




Ho aperto questo thread per permettere a tutti di esprimere le proprie opinioni sui giochi "strategici". Leggendo i messaggi a proposito del gioco La Guerra dell'Anello, notavo come molti di voi siano d'accordo sull'eccesso di dadi in quel gioco.
Ma cosa ne pensate negli altri giochi? Ritenete che per i giochi strategici sia meglio la semplicità con molti tiri di dado, oppure la complessità con pochi tiri di dado?

Io faccio l'esempio di Warzone e Warhammer 40000. Entrambi sono definiti giochi di battaglia tridimensionale. Entrambi partono dall'idea di simulare scontri a livello di squadra o poco più grandi. Tuttavia WH40K usa un sistema con molti tiri di d6 che si basa su caratteristiche poco variabili dei vari eserciti, ed è "bilanciato" da una marea di eccezioni, alieni ultrapotenti, e macchine da guerra che diventano per lo meno molto molto utili sul campo di battaglia. Questo porta poi ad un continuo flusso di nuovi supplementi, con ogni esercito più forte dei precedenti (un problema che ho trovato pure in Warhammer Fantasy). Ma gli scontri a fuoco sono rapidissimi e non richiedono grandi regole.
Warzone d'altro canto usa meno tiri di dado , basati su profili delle miniature molto più variabili e che pesano più o meno sul conflitto: un'unità di elite (tipo le Banshee della Capitol) avrà pochi problemi a tenere a bada un'unità meno organizzata (tipo Legionari Urlanti) anche in netta inferiorità numerica. L'equipaggiamento e l'addestramento contano in battaglia. Per di più non ci sono sostanziali modifiche al regolamento, e i supplementi serviranno tutt'al più a "vendere più miniature", ma si può tranquillamente giocare su un sistema più stabile e bilanciato. D'altro canto, occorre controllare la capacità di danno dipendente dalla gittata, le armature e le armi, gli impedimenti di vario tipo (una specie di Rolemaster, ma MOLTO più facile), insomma occorre più "bookkeping", come dicono gli anglosassoni.

Ora, quali sono i pregi e i difetti dei sistemi di gioco a livello tattico / strategico? Cosa, secondo voi è più importante? Tirare molti dadi e praticamente non consultare tabelle, oppure tirare pochi dadi ma consultare tabelle? Un gioco è più giocabile se è colorato, semplicistico (non "semplice", attenzione!), e pieno di fronzoli, oppure conviene giocare a qualcosa di più dettagliato ma con meno illustrazioni e che richieda più controlli di tabelle?

Dite la vostra, io dirò la mia dopo.
 
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view post Posted on 9/11/2004, 21:23

Generale del Male

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Scegliendo fra le due opzioni, opterei per la seconda, anche se molto dipende dalla tipologia di gioco.
Ci sono giochi in cui le tabelle sono semplici Player's aid, cioè fogli per la memorizzazione di alcune regole che poi si imparano tranquillamente a memoria. E' il caso di Napoleon in Europe, in cui, nella parte di combattimento almeno, ci si riconduce alle tabelle solo per ricordare bonus di circostanza, ma che alla lunga vengono memorizzati, nonostante il numero dei tipi di unità.

In altri giochi, come Europa Universalis (che è "un gioco di ruolo in cui si interpreta uno stato", secondo la definizione data da dei miei amici) le tabelle sono necessarie per la corretta gestione del gioco e per aggiungere profondità al medesimo, profondità che perderebbe con regole più semplificate.

E' chiaro invece che in giochi come Futurisiko, che tendono ad essere semplici e quasi "giusto per passare il tempo", meglio non appesantire il tutto e fare qualche tiro in più.

D'altronde si deve guardare anche al numero effettivo di dadi lanciati e a cosa servono i lanci di dado. Oltre a quanto tempo portano via, considerando i calcoli da effettuare. E soprattutto a quanto impatto hanno sul gioco e alle possibilità di piegare le probabilità a nostro vantaggio.

Per citare ancora esempi già fatti:
In Napoleon in Europe conoscendo i bonus e i malus delle unità posso chiaramente avere più controllo sul risultato.
In giochi come la Guerra dell'Anello, senza carte speciali in mano, tutto o quasi è affidato alla fortuna.

Bisogna considerare che, mentre per un gioco di ruolo, i dadi sono uno strumento di ausilio al gioco, nel boardgame ne rappresentano componente essenziale.

A questo punto mi sovviene che, ad esempio, la Eagle Games ha avuto un approccio più completo alla curva di apprendimento, inserendo più regolamenti per far fruire il gioco, con lo stesso materiale, sia a novizi che ad esperti. In questo modo, con una scatola sola si ha la possibilità di passare dalle versioni più o meno dettagliate di Risiko a veri e propri giochi di strategia in maniera graduale.
Mentre, sempre continuando con l'esempio già fatto della GdA, la Nexus ha messo solo due regolamenti di cui quello completo non è altri che quello introduttivo più complicato.

Edited by Dr.Zero - 9/11/2004, 21:41
 
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Mephys
view post Posted on 11/11/2004, 09:50




Concordo sul fatto che si debba differenziare rispetto al tipo di gioco.
Appena ho un pochettino di tempo, posto le mie idee sull'argomento.
 
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view post Posted on 12/11/2004, 13:50

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Dopo aver risposto alla prima domanda, vorrei rispondere anche a quella del sottotitolo.
"Dove va il gioco oggi?"
Beh, penso che il gioco da tavolo stia subendo lo stesso orientamento che ha influito sull gioco da PC (escludo quindi i videogame in generale) e sta toccando il gioco di ruolo.
Si tende sempre di più verso un prodotto che sia semplice o semplicistico, fruibile dalla massa, ma pensando poco all'esperto o all'appassionato.

A mio avviso questo è imputabile anche al fatto che si stanno diffondendo concetti sballati sulle tipologie di giochi, per via di un utilizzo "gratuito" di terminologie inappropriate.
Nei giochi per PC questo si è visto con Diablo, definito come Gioco di Ruolo, perchè presentava meccaniche simili a quelle utilizzate nei regolamenti di gioco di ruolo.
E lo sto constatando anche nei boardgame quando leggo, ad esempio, che Axis & Allies è definito come "wargame altamente strategico".
Finchè si entra in considerazioni di gusti personali, nulla da obiettare, ma quando si comincia a dire che le mele sono pere e viceversa.....

Altra questione che va considerata è il tempo di gioco. Per molti una durata sopra le 2 ore è eccessiva e se un gioco prevede una durata maggiore (io a Republic of Rome ho giocato partite di 10 ore) allora "necessariamente deve essere orrido".

Infine, ultimo ma non meno importante, viene la finalità del gioco. Mentre prima si tendeva ad avere giochi che garantissero, oltre che all'evasione, anche un certo grado di profondità e che richiedessero una dose di ragionamento, adesso la filosofia è che "il gioco serve solo per divertirsi". In altre parole se ci si accorge che un gioco ha una componente di riflessione, logica, diplomazia,etc. superiore ad un certo minimo, allora non va più bene.
 
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Dark Elf
view post Posted on 12/11/2004, 14:03




Dunque...
io odio i dadi. Fosse per me, li bandirei totalmente dalla faccia dei boardgames.
Tuttavia mi rendo conto che non tutti sanno apprezzare la bellezza di un gioco strategico/tattico ben stutturato e discretamente complesso, quindi, ahimè, talvolta i dadi servono.
Tuttavia, io preferisco avere a che fare con i dadi il meno possibile durante una partita (di qualunque cosa...sia un normale boardgame o un wargame) perchè penso che almeno l'80% di un gioco debba essere basato sull'abilità del giocatore e non sui tiri di dado.
Ecco il motivo x cui ho tanto in odio Risiko e le sue varianti. Indubbiamente anche lì vi è la bravura dei semplici giocatori, ma 4-5 tiri di dado sbagliato compromettono un'intera partita, cosa che secondo me è profondamente sbagliata.

X quanto riguarda il futuro dei BG, non sono completamente d'accordo con Dr. Zero.
Vero è che i giochi tendono ad essere un pò più semplici che in passato, tuttavia non mi pare che siamo arrivati addirittura ad un "crepuscolo dei boardgame" come ho sentito dire da alcuni.
Io credo che per gli appassionati ci sarà sempre qualcosa da comprare e da giocare, anche a livelli piuttosto alti. Credo invece che sia il costo di questi prodotti a doverci preoccupare...
 
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view post Posted on 12/11/2004, 14:13

Generale del Male

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Non è che volevo essere pessimista.
Il fatto è che, a parte il costo, è l'orientamento generale del mercato che mi preoccupa.
In tutto questo marasma di giochini e giochetti si rischia di perdersi prima di trovare un "giocone" adatto anche agli esperti.
E comunque prendevo atto che in altri campi ludici, tipo il GDR o il PC game, si cerca più che altro di riusare la solita minestra riscaldata, piuttosto che aggiungere effettive innovazioni.
E questo si sta verificando anche fra i boardgame.

D'altronde ripeto, ci sono case come la Eaglegames, che , con tutti i possibili difetti, tentano comunque di fare prodotti adatti a tutti.
Cito Napoleon in Europe che dispone di 2 set di regole (basic e standard) + una serie di regole opzionali per le regole standard (le regole advanced). Le regole basic sono un gioco Napoleonico sullo stile di Axis & Allies (ma con più gestione nella battaglia). Le regole standard tendono a dare maggior realismo.

E ci sono case che, fra i tanti giochini, fatti per sopravvivere, inseriscono prodotti di gran pregio.

Il mio dubbio è principalmente la reperibilità di tale materiale a prezzi accessibili, come dici tu.
 
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Normanno
view post Posted on 12/11/2004, 14:42




Io a questo punto faccio alcune considerazioni personali. Premetto che questa risposta è lunga, quindi se pensate di annoiarvi non leggetela!

1) La questione dadi. Almeno nei boardgame strategici e nei giochi di guerra tattici, siccome non è possibile simulare le variabili del comportamento umano, trovo che i dadi siano quantomeno necessari, almeno per alcune cose. Se da una parte è possibile simulare combattimenti senza dadi (p.es. nei giochi tipo Jean D'Arc oppure Game of Thrones), d'altra parte io penso che in giochi in cui la qualità dei "soldati" conta, il dado simula decentemente le variabili di cui ogni buon comandante dovrebbe tener conto durante una battaglia. Semmai il problema è creare regolamenti in cui il dado non sia troppo arbitro (come invece accade in Risiko). D'altro canto esistono giochi in cui la componente casuale entra in gioco pesantemente pure senza dadi. Ma arrivare a permettere ai dadi di decidere quel che deve fare un giocatore, come ne La Guerra dell'Anello... beh, è decisamente troppo.

2) Le "etichette". Io mi sono sempre posto come avversario delle etichette in ogni cosa, dalla musica ai giochi. Però effettivamente oggi si tende a usare termini sbagliati per definire le cose. Diablo è un buon esempio, come pure Warcraft e tutti i suoi cloni, che vengono definiti strategici quando di strategia non c'è neppure l'ombra. E lo stesso si verifica nei giochi da tavolo. Questo è davvero un problema grave. Se volete il gioco di strategia pura, allora giocate a scacchi - l'unico gioco in cui ripetendo le stesse mosse si ottiene sempre la stessa partita. Ma qui entriamo nel campo degli studi matematici, non del gioco.

3) Dove va il mercato? Beh, è vero che si producono ancora bei giochi, ma la mia impressione (l'ho scritto pure su BGG) è che si tenda a produrre giochi fin troppo stupidi supportati da una grande grafica, ottima produzione, componenti di qualità e buon lancio pubblicitario - esattamente come nella musica, e in buona parte anche nella stampa.
Il problema è che è cambiato il "target". Oggi si tende ad assistere ad una mancanza di voglia di pensare. So che sembrerò obsoleto e presuntuoso, ma consideriamo il mondo dei videogiochi. Per esempio ormai ogni gioco di "strategia" prodotto in realtà è una specie di shoot-em-up, ogni gdr o è un MMORPG oppure è uno shoot-em-up (Diablo docet), e per trovare un gdr a turni o uno strategico a turni bisogna fare il giro del mondo nei negozi; un altro fattore è la grafica: grafica splendida = bel gioco, poco importa se poi c'è di meglio. Doom III e la serie di Dead or Alive sono buoni esempi di questo trend.
Nel mondo dei giochi da tavolo, 3D e gdr il problema è lo stesso. Forse l'esempio peggiore è D&D, che da gdr si è trasformato in un gioco "sforna-powerplayer"; oppure il tanto osannato Vampiri che è diventato assolutamente intollerabile (ci sono migliaia di manuali, personaggi strapotenti e stupidaggini apocalittiche) ma ha nel contempo "plasmato" decine di giocatori in erba, che ora considerano un must interpretare un vampiro (o un demone...) o personaggi "cattivi" senza neppure sapere come si gioca unìentità malvagia. Il punto come al solito è la necessità di vendere. Il che ci porta la punto 4

4) La vendibilità di un prodotto. La GW ha riciclato Warhammer FB, ha creato una nuova linea di miniature e l'ha chiamata Signore degli Anelli. Non ha assolutamente pensato a scrivere un nuovo regolamento. Inoltre, sta creando una serie di cose che secondo me neppure erano nella mente di Tolkien, inclusi gli eserciti Hobbit. Si, mi direte che nello Hobbit è addirittura menzionata una battaglia tra hobbit e goblin nella quale fu ucciso Golfinbul e inventato il gioco del golf. Ricordo. Ma fare un'army list degli Hobbit, creare sciamani Uruk (che non esistono), o peggio un'intera gerarchia militare per gli Easterling... beh è un chiaro modo per vendere più cose. Come pure WH40K... ogni sei mesi si cambia il regolamento e ogni 2-3 anni le vecchie miniature non vanno più bene.
Questo trend è stato ben accolto da alcune case di giochi, per esempio la Fantasy Flight, che ha creato i giochi da tavolo a puntate (Runebound, A Game of Thrones, Warcraft, e presto Doom) in cui le espansioni aggiungono non già regole opzionali, ma regole necessarie, scenari necessari perchè il gioco altrimenti non varierebbe (vedi Runebound), e pedine interamente opzionali che permettono solo di aumentare il numero di giocatori possibili (vedi A Game of Thrones). Questo mi puzza quanto i Dream Theater che ogni anno fanno un DVD live nuovo. A questo punto si inserisce la Whizkids che ha inventato il gioco da tavolo collezionabile. E qui finisce la storia. Almeno Pirates of the Spanish Main costa poco!

In conclusione, in questa lunghissima digressione cosa voglio dire? Boh... no, scherzavo. Il mio punto di vista è che ormai esistono (come all'epoca per i GdR) due tipi di produzioni: mass-production (Axis & Allies, La Guerra dell'Anello, Runebound), e prodotti di nicchia (World in Flames, Divine Right, Magic Realm). I primi destinati a giocatori casuali, i secondi a giocatori affezionati.
Però poi ci rifletto, e mi rendo conto che la situazione non è affatto cambiata. Prima per i giocatori casuali c'erano Risiko, Monopoli, e tutti i cosidetti "giochi di società" (Hotel, Parco della Vittoria, Dallas, e chi più ne ha più ne metta), mentre noi outcast giocavamo a D&D, Blood Bowl e Freedom in the Galaxy. Ora sono cambiati solo i cataloghi, ma la realtà resta sempre quella... massificazione e nicchia. Dopotutto, l'intera evoluzione della vita si è sviluppata in questo modo.
 
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view post Posted on 12/11/2004, 14:58

Generale del Male

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Penso che qualcosa sia effettivamente cambiato e cioè la percentuale di giocatori ( e quindi i "rapporti di forza" fra massificati e outcast, secondo la tua terminologia).

Prima il gioco da tavolo (anche se in misura minore di quello di ruolo e quello per PC) erano "passatempi" meno diffusi. Adesso ne aumenta la diffusione, ma così facendo diminuisce la "forza relativa" degli appassionati presenti nel numero totale dei giocatori.

Ci si affida, come giustamente puntualizzavi, a prodotti immagine, che vendono per il nome (vedi D&D che odio profondamente), l'ambientazione (La Guerra dell'Anello) o la qualità grafica; degno riflesso di un mondo in cui rimane più importante la forma della sostanza.

Va notato però che questo fenomeno può avere effetti positivi, se adeguatamente supportato. In particolare può servire a creare "trampolini di lancio" per neofiti che si sentano insoddisfatti dal solito clone di Risiko o di Monopoli e cerchino qualcosa in più. Purchè vi sia questo qualcosa in più.....
 
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Dark Elf
view post Posted on 12/11/2004, 15:13




Normanno, quello che dici tu è verissimo al 100% (sorvolando sulla tua osservazione sui Dream Theater che secondo me dal vivo sono semplicemente formidabili...ma qua andiamo nell'OT).
Ma la domanda che ti pongo io è un'altra.

Tu sei napoletano come me, e come me immagino che tu abbia ben presente la figura del "tamarro"
(x i non-napoletani, il "tamarro" è il cafone x eccellenza, ignorante, rozzo, volgare eccecc...come il burino romano, o il tabbozzo milanese).
Mentre io, te, e altri come noi giocano con boardgames abbastanza sofisticati (tra questi voglio metterci anche A&A, che non capisco ancora xchè disdegni in tal modo) o semplicemente "di nicchia", il tamarro si diletta con i giochi più "elementari", quali Risiko, Monopoli, il Gioco dell'Oca e via dicendo. Su questo siamo tutti d'accordo credo. (ATTENZIONE! Non voglio dire che quei giochi siano solo per persone tupide...anche io ci ho giocato...voglio solo dire che il tamarro, per la sua "bassezza mentale" non può potrebbe permettersi di giocare ad altro...)
Bene...ora immagina che domani tutti quelli che giocano a Risiko, Monopoli ed il Gioco dell'Oca si alzino e decidano di darsi ai boardgame "impegnati", e con loro tutto il resto del mondo creato.
Questo, io lo chiamerei un vero e proprio "stupro", come è successo per un belissimo libro che era "Il Sgnore degli Anelli" che con l'uscita della trilogia cinematografica è stato "stuprato" in ogni sua forma e dimensione.
Non che non mi piacciano i film, anzi...solo che da lì è partita la solita campagnona pubblicitaria ove ti infilano il SdA in ogni modo...le sorprese kinder, le action figures, i videogiochi, i poster...
ormai mi aspetto solo di vedere un giorno, su quel bellissimo libro, la fascetta: "TRATTO DAL FILM DI PETER JACKSON".

Ho preso tutto il discorso molto alla lontana, ma spero di avervi fatto capire quello che voglio dire,
E' meglio, secondo me, che i giochi di nicchia, rimangano tali, e cioè accessibili a poche persone.

Edited by Dark Elf - 12/11/2004, 15:15
 
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Normanno
view post Posted on 12/11/2004, 15:27




Ho capito e non posso darti torto del tutto. Però io parlavo non della convenienza o meno di restare di nicchia, bensì di ciò che questo trend provoca nel mondo dei produttori di giochi. Questo mi preoccupa. E poi, se il prodotto di nicchia resta tale, la difficoltà è nostra: sono anni che non vedo un decente gdr su PC!

OT 1: non è che A&S non mi piace, è che è un gioco tropo basato su mosse fisse e sui dadi. Ma se giochi all'edizione base con gente non fissata è bello e divertente abbastanza.

OT2: sui DT... sarà. Sono sempre uguali dal vivo. Io amo i Rush, ma gli ultimi concerti non sono entusiasmanti perchè i pezzi sono IDENTICI ai dischi. Se io vado a vedere un live mi aspetto coinvolgimento e spettacolo, non di ascoltare un disco. I DT sono gelidi... tutta tecnica. Tuttavia sopratutto nella musica, tutti i gusti sono gusti. Pensa che c'è gente che ascolta Pupo...
 
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Mephys
view post Posted on 12/11/2004, 17:04




Purtroppo se i giochi rimangono di nicchia alla fine non li produrranno piu', le case produttrici devono vendere il piu' possibile ed ora stanno imboccando questa strada dell'immagine a scapito del contenuto.
Vengono prodotti molti giochi rispetto a qualche annetto fa, ma come fatto notare da Normanno e Dr.Zero la qualita' sta scadendo notevolmente, per qualita' non intendo la bellezza delle minia o delle pedine ma il sistema di gioco stesso.
In pratica attraggono il compratore con una bella scatola, magari una licenza famosa e poi il gioco non diverte per lungo tempo, meglio... cosi' dopo qualche mese ne acquisterai un altro... brutta brutta cosa.

I soldi guadagnati da giochi di massa potrebbero servire per qualche gioco di nicchia per appassionati "veri", anche se ne dubito.


 
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view post Posted on 13/11/2004, 15:39

Generale del Male

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Volevo usare il piccolo OT su Axis & Allies, per aggiungere qualcosa all'argomento "etichette" che è stato affrontato.
Ricostruisco subito il percorso logico.

Personalmente ho giocato ad A&A più di 50 partite (contando quelle al PC, qualcuna in solitario e molte 1vs1 usando il gioco per PC in cui tutti gli stati di un'alleanza erano gestiti da un giocatore). Continuerò a giocarci ed a divertirmici. Ma questo fondamentalmente perchè conosco a fondo i suoi limiti, cioè aperture forzate e grossa componente di fortuna.
Come gioco a D&D3 nonostante non mi piaccia il sistema.

Purtroppo però ci troviamo spesso di fronte a persone che, usando termini inappropriati ed essendo ignoranti in materia, contribuiscono a dare una falsa pubblicità dei prodotti.
Ad esempio definire A&A un "wargame impegnativo, un gioco di profonda strategia oppure IL gioco sul secondo conflitto mondiale" (da parte poi di persone che magari hanno giusto giocato Risiko e A&A) è fuorviante e massificante.
Induce a pensare che strategia sia lanciare più dadi o un po' di regole complicate (come gioco di ruolo sia un insieme di cifre scritte su un foglio di carta, con scritto "forza", "destrezza", etc.).
A&A presenta molti elementi strategici, ma non vuole e non può essere una dettagliata ricostruzione della Seconda Guerra Mondiale, quanto un gioco di società che la ripercorre idealmente con regole semplici.

Il problema è che non si riesce ad effettuare una critica costruttiva, perchè ci si troverà in presenza di "tamarri" fanatici del gioco (perchè non ne conoscono altri), che salteranno sù ad ogni osservazione anche solo parzialmente negativa.
Oppure la nostra critica (quella di "esperti") si perderà nel marasma di frasi fatte, dette o scritte solo per riempirsi la bocca con termini ricercati.

La spinta della maggioranza può avere un effetto deleterio: invece di correggere l'uso del termine, ne può cambiare significato.
Cosa succederebbe se fra un po' di tempo (in maniera simile a quello che è successo per i CRPG con Diablo) si arrivasse a dire che la "Guerra dell'Anello" è un wargame profondo, complesso ed estremamente strategico/tattico?
Oppure che "Junta" (con tutto il rispetto che ho per questo gioco che trovo divertentissimo) è la migliore simulazione politica mai esistita?
O ancora che Munchkin è un gioco di carte che incarna la vera essenza del GDR?
[Potrei continuare per un po'.....]
 
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Normanno
icon8  view post Posted on 13/11/2004, 20:08




Munchkin è un capolavoro che ha dichiaratamente preso in giro il mondo dei giocatori di ruolo (è scritto praticamente sulla confezione: il gdr SENZA le parti inutili di gdr). Ma sono completamente d'accordo con te. Le etichette sono sballatissime, A&A è un gioco divertente e io, ripeto, lo gioco spesso anche al PC (nonostante quella versione sia ridicolmente semplice) e mi piace pure parecchio - se si evitano le mosse di apertura standard e si compensa la mia sfortuna ai dadi...

Ma il punto è che la gente che spende soldi lo fa per l'etichetta, non per il contenuto. D&D è un regolamento che avrebbe funzionato (le classi sono più "elastiche" e le regole più rapide, ora) se non fosse stato creato per soddisfare il pubblico dei gdr simil-manga - cioè pg fortissimi e mostri insulsi (notate: è sparito il calcolo esatto del valore in px dei mostri, persino la WotC incoraggia ad improvvisare quando si creano nuovi mostri, e questo la dice lunga). Così come Vampiri che era nato come uno storytelling, è giocato come gioco di combattimento (e il sistema di combattimento di vampiri fa veramente schifo, al confronto Twilight 2000 è realistico). E il peggio è che la gente che spende soldi è quella che di solito bada alla marca - mi spiace ma siamo di nuovo nel regno di mass-production vs outcasts. L'esempio più bello è quell'aberrazione che si chiama Eberron per d20, che dovrà sostituire il già troppo PP Forgotten Realms. Eberron è veramente un'ambientazione oscena. E tuttavia è quello che i ragazzini USA e/o mangadipendenti vanno cercando: robot e magia, personaggi assurdi, ambientazioni ancora più assurde... mah. Ma il grande pubblico vuole quello... e dopotutto l'ho fatto anche io: appena è uscito La Guerra dell'Anello sono corso a comprarlo... l'ho giocato, ho cercato disperatamente di farmelo piacere (ho pure iniziato a dipingere le miniature...) ma il sistema coi dadi per decidere le azioni da fare proprio non mi va giù! Eppure viene venduto! Assurdo!!!! E meno male che Runebound l'ho provato in prestito da un amico, altrimenti erano altri soldi mal spesi!

Sarò pessimista, ma la qualità dei giochi da tavolo sta scendendo a vantaggio del marketing, come è già scesa quella dei computer games e dei gdr. Di chi è la "colpa"? Mah... delle letture, della mancanza di voglia di pensare, della mancanza generale di cultura, ma qui si va nell'OT.

The future's predecided, detatched and subdivided in the mass-production zone... nowhere is the dreamer or the misfit so alone [...] conform or be cast out, be cool or be cast out!(Rush, "Subdivisions")

Edited by Normanno - 13/11/2004, 20:12
 
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view post Posted on 13/11/2004, 20:44

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Preciso che il riferimento a Munchkin non voleva essere ironico per il gioco stesso, che , pur avendolo provato una sola volta, mi ha molto divertito.
Piuttosto era sarcastico nei confronti di chi potrebbe arrivare a tradurre la voluta "presa di giro" in qualcosa di serio.
E, detto fra noi, Munchkin in realtà rappresenta una grossa fetta di "persone che giocano di ruolo".

Affrontando di sfuggita l'OT, debbo dire che sono saltato da Futurisiko ad A&A. E subito dopo, per iniziare la mia serie di giochi di un certo spessore, ho cominciato con "The republic of Rome", in una partita di circa 8 ore.

E pensare che molti ritengono un gioco che duri appena 2 ore una lungagnata e che si impressionano se un regolamento è di 4 pagine invece che di 2.

Edited by Dr.Zero - 13/11/2004, 20:50
 
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Normanno
view post Posted on 14/11/2004, 01:19




'mazza, il buon vecchio Republic of Rome... se non trovi le persone giuste è ingiocabile!
Comunque si, hai ragione nel dire che quelli che Munchkin prende in giro sono in realtà una gran bella fetta di "giocatori di ruolo".
 
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14 replies since 9/11/2004, 20:04   373 views
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